KASPAR, il bravo soldato |
CIVILE |
riscrittura teatrale dell’omonimo romanzo
di Guido Sgardoli, Giunti Editore con: Massimo Nicoli Bekim Spahija Regia: Umberto Zanoletti Ubbidire sempre agli ordini, non discutere mai con un superiore, dire il più possibile ‘sissignore’, avere i bottoni della giubba lucidi e gli stivali puliti , non farsi domande…Ecco alcune delle regole del bravo soldato. E il giovane Kaspar, diplomatosi alla scuola per bravi soldati, conosce quelle regole a memoria e le rispetta senza fiatare. Per questo è senza dubbio un bravo soldato. E quando scoppia la guerra e il colonnello Krud gli assegna - fino a nuovo ordine - l’importante missione di sorvegliare un vecchio mulino, lui risponde come sempre “Sissignore!” e si reca, senza fare domande, sulla sommità di Monte Vento, felice e fiero di eseguire gli ordini e di rappresentare in quel modo l’esercito di Krieg, la sua città.
Con la sua uniforme sempre linda e in ordine, giorno e notte, non lascia mai la postazione e intima “Altolà, chi va là?” ad ogni rumore e punta il suo moschetto pulito e curato contro ogni possibile nemico. Ma di nemici in cima a Monte Vento non ne arrivano e non ne arriveranno mai … Lassù sale e salirà solo un ometto grinzoso con la sua mucca Rosetta. I nemici però da qualche parte ci sono davvero e un giorno arrivano a Krieg. Attaccano la città, la invadono, la distruggono. E dalla sommità di Monte Vento, Kaspar, impotente, assiste a tutto questo. Kaspar è un bravo soldato che rispetta tutte le regole ma il tempo passa, e qualche cosa sembra cambiare. Succede che… si addormenti di notte mentre fa la guardia, che piano piano slacci la giubba e smetta di lucidarne i bottoni, che liberi i suoi piedi da quegli scomodi stivali, che cessi di radersi, che vinca le riserve e i sospetti e si affezioni a Grigietto, il topino con cui condivide le provviste, alla mucca Rosetta e all’omino grinzoso che è tanto gentile e premuroso e che ogni giorno gli porta del buon cibo. Su quella montagna Kaspar ci resta dieci anni, senza ricevere un nuovo ordine, e col passare delle stagioni il bravo soldato impara a considerarsi un bravo soldato anche senza berretto e stivali, con i bottoni slacciati e un gran barbone, anche se beve un caffè con l’omino grinzoso o chiacchiera con lui, anche se lascia la postazione per cercare il suo amico topo, anche se apre le casse di munizioni dentro il mulino, anche se si trasferisce nella baracca dell’omino grinzoso e cura l’orto o fa il formaggio, anche se seppellisce il vecchio, la sua mucca e Grigietto, anche se straccia il foglietto con riportate le regole del bravo soldato, anche se incendia le casse e decide di incamminarsi giù per il sentiero dando così il suo addio a Monte Vento, per sempre. |